ANSA. FISCO: GOOGLE, CHIUSE INDAGINI PER 5 MANAGER - FISCO: BRUNETTA, RENZI STRAPARLA, SIAMO AL DELIRIO - P.A:MADIA SU FB, CON BRUNETTA NO LICENZIAMENTO PER DIRIGENTI - RUBY TER: SCONTRO IN UDIENZA SU COMPETENZA MILANO-ROMA

mercoledì 02 marzo 2016

FISCO: GOOGLE, CHIUSE INDAGINI PER 5 MANAGER PM, SOLO IRES EVASA SU IMPONIBILE 98 MLN E' REATO PENALE

MILANO, 29 FEB

La Procura di Milano ha tirato oggi le fila dell'inchiesta che riguarda Google, il colosso mondiale dell'information technology, accusato, secondo i calcoli del Nucleo tributario della Guardia di Finanza, di aver sottratto all'Erario italiano, tra il 2009 e il 2013, redditi imponibili per circa 227 milioni di euro, grazie a uno schema elusivo che coinvolge una serie di societa' dislocate tra Irlanda, Paesi Bassi e Bermuda.    Il pm Isidoro Palma, titolare dell'inchiesta, ha infatti chiuso le indagini, in vista della richiesta di rinvio a giudizio di 5 manager, tutti stranieri (due irlandesi, un inglese, un americano e un cittadino di Taiwan) del gruppo di Mountain View, ai quali pero' ha potuto contestare, come penalmente rilevante, solo un mancato versamento dell'Ires, l'imposta sui redditi delle imprese, relativa a un imponibile di 98,2 milioni di euro. Contestazione, questa, che risulta quindi decisamente piu' bassa rispetto a quella emersa dall'accertamento fiscale delle Fiamme Gialle. L'accusa e' omesso pagamento delle imposte grazie alla creazione di "una stabile organizzazione occulta" con base nel nostro Paese ma fatta figurare come irlandese.  Rischiano quindi il processo John Thomas Herlihy, Graham Law, Ronan Aubyn Harris, John Kent Walker jr e Daniel Lawrence Martinelli, tutti 'transitati' per i consigli d'amministrazione delle due societa' al centro dell'indagine, Google Italia e Google Ireland, dove hanno ricoperto il ruolo di legale rappresentante o di presidente, con la responsabilita' di firmare i bilanci.   La procura, nell'atto notificato stamani, ha ricostruito lo schema che avrebbe utilizzato Google Italy per abbassare il suo carico fiscale: la societa' italiana, nonostante figurasse avere un compito preparatorio e ausiliario dell'attivita' commerciale vera e propria, in realta' aveva un ruolo operativo e, quindi, avrebbe concluso i contratti di vendita degli spazi pubblicitari sul web. Ma, invece che fatturarli come Google Italy, venivano contabilizzati dalla filiale con sede a Dublino. In questo modo sono stati prodotti in Italia ricavi per a 1,19 miliardi di euro tra il 2009 e il 2013. Di questi, 656 milioni di euro sono stati poi girati, a titolo di royalties, alla Google Netherland Hodings, una societa' olandese "priva di dipendenti e struttura organizzativa" che li riversava quasi integralmente ad una terza societa', la Google Ireland Holdings (diversa da quella indagata), "societa' costituita in Irlanda ma fiscalmente residente" alle Bermuda, noto paradiso fiscale.  Le cifre oggetto dell'indagine penale sono pero' diverse da quelle accertate dalla Gdf. Nell'atto firmato dal pm Palma, infatti, si fa riferimento a 98,2 milioni di euro di imponibili Ires (l'imposta sui redditi d'impresa) non dichiarati nel quinquennio considerato, e non ai 227 milioni delle Fiamme Gialle. Una somma che porterebbe a una evasione d'imposta di circa 27 milioni di euro se l'aliquota effettiva da pagare fosse pari a quella teorica del 27,5 per cento. La Gdf aveva incluso nel suo calcolo anche le somme che sarebbero state sottratte a livello di Irap e quelle mai versate dalla filiale italiana a titolo di acconto sulle royalties, che non sono rientrate nella contestazione penale ma che saranno solo oggetto della eventuale trattativa con l'Agenzia delle Entrate. Le cifre contestate all'Italia sono decisamente inferiori a quelle imputate al colosso in Francia, dove il fisco d'Oltralpe avrebbe chiesto alla filiale con sede a Parigi ben 1,6 miliardi di euro. (ANSA).

 

FISCO: BRUNETTA, RENZI STRAPARLA, SIAMO AL DELIRIO

ROMA, 29 FEB

"Ma dove vuole andare a parare Matteo Renzi? Che cosa ha in testa? Dove vuole arrivare? Pensa davvero che per consacrare se stesso valga la pena di distruggere il paese, gettare nella disperazione migliaia di famiglie, privare di un futuro i nostri figli (inclusi i suoi)?  Il fine settimana non deve aver portato consiglio al presidente del Consiglio, se dopo l'incontro di finti abbracci con Juncker (l'ha solo salvato da una caduta) e dopo la doccia fredda del Country report della Commissione europea Renzi rilancia, senza sapere quello che dice, sull'economia". Lo dice il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta. " un dato di fatto che la congiuntura economica volga al peggio (l'ha detto addirittura Farinetti, il patron di Eataly, mito indiscusso del Pd renziano), e' un dato di fatto che il governo ha raschiato il fondo del barile, non ci sono soldi in cassa e abbiamo utilizzato tutti i margini possibili e immaginabili di deficit, anzi servono, a detta del ministro Morando, 7-8 miliardi di euro in primavera (che e' alle porte), e' un dato di fatto che per il 2017 sulla testa degli italiani pendono spade di Damocle pesantissime (clausole di salvaguardia che son gia' Legge e pronte a scattare, aumenti di imposte, procedure di infrazione europee) e Renzi cosa fa? Rilancia. Come ha sempre fatto, da giocatore d'azzardo qual e'. Rilancia dicendo che dal 2017 taglia l'Ires, taglia l'Irpef, taglia il cuneo fiscale, e che anzi, se gli gira, comincia anche subito. Si', ma con che risorse? Intende per caso sforare il 3%? Da piu' giorni ci ripete (cosa, tra l'altro, falsa) che la Gran Bretagna ha ridotto le tasse facendo deficit e non, come dicono tutti, tagliando la spesa pubblica. Che con questa frase ripetuta tante volte Renzi stia preparando il terreno per calcare ancora di piu' la mano sul suo deficit spending? Follie, parole in liberta'. Siamo davvero al delirio", conclude.    (ANSA).

 

P.A:MADIA SU FB, CON BRUNETTA NO LICENZIAMENTO PER DIRIGENTI  SOLO SOSPENSIONE DAL SERVIZIO IN CASI GRAVI

ROMA, 29 FEB

Con il contratto collettivo per i dirigenti della pubblica amministrazione siglato quando il ministro della Funzione pubblica era Renato Brunetta non e' previsto il licenziamento. Il ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia ricorre a un post su Facebook, dove allega una copia del contratto siglato nel 2010, per tornare a distanza di tempo sulla polemica scatenata dalle norme sul licenziamento dei 'fannulloni'.    "Questo - scrive Madia -  e' il contenuto del contratto collettivo, ancora in vigore, per i dirigenti delle regioni e delle autonomie locali. Non e' previsto il licenziamento, ma solo la sospensione dal servizio, per il dirigente responsabile di "minacce ingiurie gravi, calunnie o diffamazioni verso il pubblico", "atti, comportamenti o molestie, anche di carattere sessuale, lesivi della dignita' della persona", e "occultamento di fatti e circostanze relativi a uso illecito, manomissione, distrazione o sottrazione di somme o beni di pertinenza dell'Ente". Ed e' prevista solo una leggera multa in caso di "violazione del segreto d'ufficio". L'anno in cui veniva siglato - sottolinea il ministro - era il 2010, il ministro per la PA era Renato Brunetta. ''Con la riforma che stiamo realizzando - aggiunge a proposito delle polemiche sulle regole per licenziare i cosiddetti furbetti del cartellino -  casi come questi non avverranno piu'. Detto questo, riformare la pubblica amministrazione non significa solo sanzioni per chi fa male. Questa e' una precondizione, come l'onesta' per chi fa politica. La nostra riforma, che e' in fase di attuazione, guarda a tutto il Paese, si occupa delle persone e vuole restituire tempo e semplicita' alla vita dei cittadini e delle imprese''.(ANSA).

 

RUBY TER: SCONTRO IN UDIENZA SU COMPETENZA MILANO-ROMA-LEGALE KARIMA, FATICA A PAGARE AFFITTO;MINISTERO NO PARTE CIVILE    (DI FRANCESCA BRUNATI)

MILANO, 29 FEB

Si apre subito con uno scontro tra accusa e difesa sulla competenza territoriale l'udienza preliminare sul caso Ruby ter nella quale, tra i 31 imputati, Silvio Berlusconi, la bella 'Rubacuori', l'avvocato Luca Giuliante, il cantante Mariano Apicella e una ventina di ragazze rispondono di corruzione in atti giudiziari. Al resto degli indagati, invece, tra cui la senatrice di FI Maria Rosaria Rossi, e' contestata solo la falsa testimonianza.    Cosi' stamane in aula, davanti al gup Laura Marchiondelli - dove per altro nessuna delle parti offese si e' costituita parte civile, nemmeno il ministero della Giustizia che valutera' piu' avanti - a dare il via al braccio di ferro giuridico e' stato il prof. Franco Coppi, difensore con il collega Federico Cecconi dell'ex premier. Coppi ha infatti sollevato un'eccezione di competenza territoriale chiedendo il trasferimento del processo a Roma. Il motivo? Per quanto riguarda la consumazione del reato, a dire del legale, li' sarebbe avvenuta la prima dazione dei denaro con la riscossione da parte di Apicella di 3.100 euro arrivati sul suo conto corrente tramite un bonifico disposto dall'ex capo del governo il 21 novembre 2011.   Oltre a questa questione, alla quale si sono associati parecchi difensori, c'e' anche quella dell'avvocato Luigi Liguori, legale di Alessandra Sorcinelli, una delle ospiti delle feste a base di 'bunga-bunga': a suo dire il procedimento, in subordine, dovrebbe traslocare a Monza in quanto, se si considera l'accordo corruttivo, e quindi la promessa di denaro, questa sarebbe avvenuta ad Arcore nel tardo pomeriggio del 15 gennaio 2011, all'indomani della raffica di perquisizioni, quando vi fu la riunione tra l'ex premier, i suoi avvocati e le giovani ospiti dei festini a villa San Martino.    Ovviamente i pm Tiziana Sicilano e Luca Gaglio hanno chiesto al giudice di rigettare le richieste: per loro la competenza resta di Milano poiche', quel che conta, sono gli ultimi pagamenti cash alle ragazze. Pagamenti che sarebbero stati effettuati a Segrate, fino all'anno scorso, dal ragioniere Giuseppe Spinelli, allora 'ufficiale pagatore' del leader di Forza Italia, in cambio del loro silenzio sulle cene nella residenza milanese dell'ex Presidente del Consiglio. In tutto per i pm, avrebbe pagato dal 2011 al marzo 2014, circa 10 milioni.  Su questa questione, e su altre eccezioni, il giudice sciogliera' la riserva alla prossima udienza fissata per il 18 marzo. "C'e' una diversa visione tra noi e la procura – ha affermato fuori dall'aula Coppi - e a questo punto aspettiamo di vedere quale sara' la decisione". "Siamo certi - ha precisato Cecconi - che non sia Milano il foro competente".    I due legali, prima dell'apertura dell'udienza preliminare, avventa senza il clamore degli altri processi e senza alcuna sfilata di modelle e show-girl (in aula c'era solo Lisa Barizonte) davanti a telecamere e taccuini, a chi ha chiesto se l'ex Cavaliere avesse timore che qualcuna delle sue ospiti potesse avanzare istanza di patteggiamento hanno replicato: "Berlusconi non ha paura" e "non me ne importa nulla" delle scelte delle coimputate. Al momento, comunque, non ci sono in vista patteggiamenti, nemmeno quello di Ruby, ha spiegato Paola Boccardi, difensore della marocchina con Jacopo Pensa. "Non se la sente, affronteremo il processo", ha assicurato l'avvocato. Karima, ha aggiunto rispondendo ai cronisti, "ora si trova a Genova con la sua bambina, non lavora e ogni tanto rimane indietro con il pagamento dell'affitto di casa. Ruby sta vivendo questa giornata - ha proseguito - con l'angoscia di un processo, anche mediatico, che riparte per la terza volta e dove lei ora e' per giunta imputata, anche se in verita' e' sempre stata un po' imputata". In aula si ritorna il 18 marzo. (ansa)

 


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